Scaricare l’acqua della piscina: come fare?
Spesso ci si chiede dove scaricare l’acqua della piscina. Ad ogni ciclo di pulizia del filtro o nella gestione quotidiana degli impianti piscina, lo scarico dell’acqua con cloro è infatti un’operazione frequente e inevitabile. Questo avviene infatti in molteplici casi: quando effettuiamo dei controlavaggi per pulire la sabbia del filtro, dopo un acquazzone o quando il livello d’acqua in piscina è troppo alto.
Spesso occorre scaricare l’acqua della piscina per intero, ad esempio per manutenzione straordinaria in caso di riparazione del liner o degli impianti di illuminazione. Altre volte, a causa di errori di gestione dell’acqua, può sorgere la necessità di un reset completo effettuando una sostituzione per intero dell’acqua. Ma la domanda importante è: come faccio a scaricare l’acqua della piscina? Dove andrebbe “gettata”? Se sei proprietario di una piscina pubblica, ti ricordiamo che un certo numero di ricambi d’acqua sono obbligatori per legge e sono regolamentati da normative ben precise.
Dove scaricare l’acqua della piscina? Ci risponde la normativa italiana…
Nel territorio italiano esiste una tutela contro l’inquinamento delle acque. Lo smaltimento dell’acqua è regolamentato dalla legge n. 319 del 1976 “Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento” (meglio nota come Legge Merli) e dal più recente Decreto Legislativo 152/99 che stabilisce che ogni scarico dev’essere autorizzato dagli enti competenti.
In breve:
- Suddivide le tipologie di scarico d’acqua classificandole come: acque superficiali (fiumi, corsi d’acqua e laghi), suolo, sottosuolo e rete fognaria;
- Gli scarichi di acque reflue domestiche che vengono inserite nella rete fognaria sono sempre ammessi solo se osservano i regolamenti emanati dal gestore del servizio idrico. Nel nostro caso il cloro è consentito fino ad un massimo di 0,2ppm. (Leggi l’articolo Art33.2);
- Divieto di scarico diretto dell’acqua inquinante direttamente nel terreno;
- Tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati. (Leggi l’articolo Art45.1);
- Lo scarico di liquami sul suolo solo se direttamente utili alla produzione (questo implica solo un uso industriale);
- Vengono mostrati, con una tabella, tutti i prodotti chimici che possono essere considerati come inquinanti e quindi da trattare nel modo corretto;
- Effettua una suddivisione in base alla tipologia d’acqua reflue, legata all’attività d’utilizzo
Quali acque esistono?
- Domestiche: tutta l’acqua proveniente dall’abitazione residenziale, derivante da metabolismo umano o attività domestiche;
- Industriali: scaricate da edifici o impianti commerciali dove si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diverse dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento;
- Urbane: acqua domestiche o il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato.
Come dobbiamo gestire lo scarico d’acqua della nostra piscina?
Sulla base del riassunto di cui sopra, la piscina rientra nella categoria di acque domestiche ma con un elemento inquinante forte. Ciò implica dunque che debba essere gestita come acqua inquinante, tenendo conto dei valori consentiti. Uno scarico improprio di queste acque, infatti, può costarvi sanzioni o arrecare danni all’ambiente anche molto gravi.
Alcune regioni indicano tutte le acque di scarico della piscina (comprese quelle di piccole piscine private) come acque industriali. Molti enti invece distinguono le acque della vasca da quelle derivanti dal controlavaggio. Le prime (in assenza di cloro) vengono classificate come domestiche, le seconde invece come industriali. Da ciò ne deriva che non possiamo scaricare l’acqua in fogna, se ha un valore maggiore di 0,22 ppm o sul suolo e acque superficiali. L’unica soluzione, in questi casi, sarà trattare l’acqua per abbassare il livello di cloro fino al di sotto 0,22 ppm.
Come si abbassa il valore del cloro?
Il procedimento di de-clorazione può essere realizzato attraverso la decantazione dell’acqua in vasca di accumulo oppure, più semplicemente, con un sistema in linea. Esistono in commercio vari prodotti per abbassare il livello di cloro in piscina. Clicca qui per dare un’occhiata a quelli presenti nel nostro catalogo.
Ricordiamoci che per i privati non è necessario cambiare totalmente l’acqua in piscina più volte all’anno. Si consiglia infatti di riutilizzarla, effettuando un’iper clorazione. Di norma il ciclo di vita dell’acqua in piscina la possiamo suddividere in questi passaggi:
- Primo riempimento completo della piscina con clorazione d’urto
- A fine stagione, si copre la piscina con una copertura invernale per evitare che la luce entri in piscina e attivi il processo clorofilliano
- Con l’arrivo dell’estate, togliamo la copertura riducendo di 1/4 l’acqua dalla piscina. Questo 1/4 sarà da trattare se ha un livello di cloro più alto di 0,22ppm
- Aggiungiamo la restante parte con acqua nuova
- Effettuiamo un’iper clorazione per effettuare un reset batteriologico in piscina
- Questo processo lo possiamo ripetere anche per due anni. Tendenzialmente, al terzo anno l’acqua sarà esausta e andrà sostituita in toto. Da questo momento in poi, sarà da trattare solo se ha un livello di cloro più alto di 0,22ppm.
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